Simone Barlaam è l’icona principale del movimento sportivo paralimpico italiano e si è raccontato in una nuova intervista su La Repubblica.
Così come i protagonisti del nuoto per il movimento olimpico, Simone Barlaam ha scritto il suo romanzo sportivo a suon di medaglie, vittorie e record.
“Mi alleno spesso con i normodotati. Sfidarli quotidianamente nelle più estenuanti sessioni di allenamento è alla base della mia riscossa“.
In occasione degli ultimi mondiali paralimpici, Simone ha vinto cinque ori individuali e uno in staffetta, confermandosi l’MVP della competizione.
“Finalmente le medaglie d’oro che ho in bacheca hanno superato il numero di interventi chirurgici che ho subito da bambino. Sono stati due anni pesanti, da quando ne avevo dieci fino ai dodici”.
Oggi Simone ha una mentalità che lo porta a rincorrere con ambizione i suoi sogni e una tenacia da atleta veterano.
“Il periodo di preparazione a Tokyo 2020 è stato duro. Ho fatto vita monastica. Ero talmente preoccupato di fare bene che non vedevo nessuno . Nuoto, mangio, dormo: una routine molto ripetitiva“.
Eppure Simone è riuscito ad uscire da questa situazione opprimente e raggiungere grandi risultati. “Ho superato questa fase grazie all’aiuto di esperti e psicologi. Mi hanno insegnato ad ammettere le mie debolezze e a parlare con il cuore“.
La faccia è quella da bravo ragazzo, le speranze sono delle migliori e l’attitudine è quella dei campioni: Simone Barlaam nuota a piene bracciate verso un futuro di successi.
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