In occasione di un’intervista con Stefano Arcobelli per La Gazzetta dello Sport, Simone Barlaam ha annunciato i suoi prossimi impegni agonistici.
Tra tutti, spicca quello di sabato 19 Marzo nella piscina della Bocconi di Milano. Barlaam sarà tra le stelle della “Swim.Mi.Cup” con altri big azzurri come Martinenghi e Miressi. Un evento dove il tema dell’integrazione vivrà un’altra pagina importante di storia sportiva.
Durante la chiacchierata, il campione paralimpico ha fatto anche un resoconto della sua esperienza a Tokyo 2020. “In Giappone non ero nello stato mentale ideale. Ho sofferto molto la pandemia e le restrizioni. È come se avessi avuto la testa da un’altra parte. Non mi sono goduto i Giochi come avrei voluto“.
La mentalità di Simone Barlaam, da sempre, è quella di un ragazzo che guarda avanti e cerca rivincite, sportive e di vita.
“La lezione che ne ho tratto è che il primo avversario sono io stesso: e io non posso mentire a me stesso. Quando ho troppe aspettative faccio le gare peggiori. Dovrei essere più spensierato, sorridente e prendere le cose in acqua con maggior leggerezza. Ho due rimpianti, i 400 stile libero e i 100 dorso: due fantasmi di cui mi libererò a Parigi. Le sconfitte insegnano“.
Non manca una serie di ringraziamenti alla sua società sportiva, la Polha Varese ma non solo. “Le società di base svolgono un lavoro fondamentale. Ho visto tantissimi bambini esporsi, accettare la disabilità, mettersi a nudo grazie all’opera di chi si dedica, da volontario, ad assistere questi ragazzi. Sono le società che ci consentono di viaggiare per andare a confrontarci con persone simili, che non pensavi potessero esserci magari in un’altra regione“.
Voglia di vincere presente, così come la volontà di dare supporto storico all’intero movimento paralimpico: firmato Simone Barlaam.
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