Irma Testa ha un solo pensiero nella testa: Tokyo.
La boxeur nativa di Torre Annunziata ha raccontato al Corriere dello Sport la marcia di avvicinamento alla seconda edizione dei Giochi Olimpici della sua carriera.
“Qualificarmi non è stato facile – esordisce nella chiacchierata con Andrea Ramazzotti – e infatti ho conquistato il pass per Tokyo solo un mese fa a Parigi“.
Rispetto all’Olimpiade di Rio, dove fu la prima pugile italiana a partecipare ai Giochi, Irma Testa è maturata e ha abbandonato l’ingenuità delle prime volte.
“Il pugilato italiano si è finalmente aperto alle donne e questo è un grande segnale di riscossa” prosegue la Fearless Girl, che guiderà la squadra di boxe azzurra composta da altre tre iscritte al torneo.
Il segnale di cui parla è quello di una rivalsa, di una parità di genere raggiunta attraverso la fatica, le delusioni e le risalite. Lei, in primis, oggi ha imparato a non farsi accecare da quei riflettori che, inaspettatamente, l’avevano penalizzata all’edizione brasiliana dei Giochi.
Eppure, la reazione a caldo dopo la sua prima Olimpiade era stata tutto fuorché positiva: “Ho pensato anche di smettere. Mi sono presa un periodo di pausa perché i miei sacrifici non sembravano aver pagato”.
Dopo una lunga riflessione, però, ha acquisito la consapevolezza che il sogno di vincere un’Olimpiade valesse la pena di essere inseguito, agognato e sudato.
Perciò, in Giappone, la Butterfly di Torre Annunziata gareggerà per scrivere un capitolo unico della sua carriera, diverso dai suoi precedenti personali e da tutta la storia del movimento sportivo femminile italiano della storia.
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