Passione, destino, coraggio: tre termini che descrivono le ambizioni di Aziz Abbes Mouhiidine.
Il pugile campano di origine marocchina è la speranza azzurra più concreta nella categoria più prestigiosa, quella dei pesi massimi, in vista dei Giochi Olimpici di Parigi 2024.
In una bella intervista per Sportweek, il boxeur nativo di Avellino ha dipinto il suo identikit fuori e dentro il ring.
“La Boxe era la passione di papà. Lui arrivò a 18 anni dal Marocco grazie a una borsa di studio per Ingegneria. Conobbe mia mamma nel ’97 e l’anno dopo nacqui io. Figlio unico. A 4 anni facevo già karate, a 11 kickboxing, a 12 passai anche al pugilato”.
La partecipazione a Tokyo gli era sfuggita per poco, ma Abbes ha promesso a suo padre, mancato nel 2017, che farà di tutto per realizzare il suo sogno a cinque cerchi.
Alla vigilia della partenza per l’Armenia, dove disputerà gli europei nella categoria 92kg, Abbes ha fatto il punto sui suoi prossimi obiettivi: “sarà un bel torneo. Ci sono tanti giovani che possono dare fastidio e io voglio farmi trovare pronto. La boxe è uno sport di situazioni. Un pugno può cambiare tutto”.
Oltre al pugilato, Abbes dedica molto tempo allo studio: “sono al primo anno di Scienze Politiche e studio Relazioni internazionali. Per il resto sono un ragazzo di 23 anni che ama i videogiochi, stare con la fidanzata Carlotta – pugile come lui – gioco a calcio da attaccante e quando posso vado a vedere il Napoli allo stadio”.
Un futuro da conquistarsi a suon di medaglie, incontri e passione per lo sport a cui ha dedicato i sacrifici, affidato le speranze e riposto i sogni più belli per la sua carriera.
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